Società benefit, in Veneto numeri in aumento. Nuova frontiera per le società pubbliche?
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14 Agosto 2023

Società benefit, in Veneto numeri in aumento. Nuova frontiera per le società pubbliche?

di MDA
su Diritto e Rovescio
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Neutalia S.r.l. ha approvato un piano industriale da oltre 100 milioni di euro per sostenere l'economia circolare e la decarbonizzazione.

Nei giorni scorsi Neutalia S.r.l., società di servizi pubblici operante nell’Alto Milanese per la gestione del termovalorizzatore di Busto Arsizio, ha recentemente approvato un piano industriale che prevede investimenti per oltre 100 milioni di euro destinati a sostenere l’economia circolare e la decarbonizzazione, generare valore per il territorio e la comunità e contribuire all’autonomia energetica del Paese. È significativo che il piano industriale sia stato approvato a seguito di un articolato percorso di dialogo e condivisione nell’ambito di vari incontri pubblici, che hanno visto la partecipazione attiva di tutti i portatori di interessi operanti sul territorio. Cittadini, amministrazioni locali, associazioni di categoria, associazioni ambientaliste, università hanno fornito i loro suggerimenti e sono stati integrati nel piano, in coerenza con la natura di società “benefit” del soggetto coinvolto.

La società benefit è un istituto introdotto nel nostro ordinamento con la Legge di stabilità del 2016, sulla scia di un modello di origine statunitense e contraddistingue le imprese che, pur essendo strutturate secondo gli schemi tradizionali delle società commerciali (società di persone o di capitali), perseguono una duplice finalità: non solo lo scopo di lucro (divisione degli utili), ma anche una o più finalità di “beneficio comune”, tra di essi in una relazione di parità e complementarietà.

La finalità di beneficio comune si sostanzia nel perseguimento delle tre P: people, planet, profit e dei conseguenti effetti positivi in favore di persone, comunità, territorio e ambiente. Ad esempio, nel settore manifatturiero l’impegno sociale delle società benefit si declina spesso nell’impiego nel ciclo produttivo di materiali riciclabili e biodegradabili, nell’uso di energie rinnovabili, nell’instaurazione di rapporti di filiera con fornitori locali che anch’essi ispirano la propria attività al rispetto dei principi di sostenibilità. Il beneficio comune selezionato come “mission” deve essere espressamente enunciato nella clausola statutaria dell’oggetto sociale, configurando un vero e proprio obbligo di gestione per gli amministratori: costoro sono chiamati ad attuare il doveroso bilanciamento tra la finalità profit e quella benefit, con il supporto di una nuova figura, il responsabile dell’impatto, e a rendere conto delle modalità attuate, nella relazione annuale di impatto.

I dati sulla diffusione di tale modello in Italia sono in costante crescita: a inizio del 2020 le società benefit non superavano le cinquecento unità, mentre a marzo del 2023 oltre tremila società hanno scelto di operare con tale status; in Veneto sono oltre duecento.

Gli studi più recenti attestano significativi vantaggi connessi alla dichiarata integrazione di istanze di sostenibilità sociale e ambientale nell’oggetto sociale, in particolare in termini di riduzione del rischio reputazionale, di miglioramento delle performances economico-finanziarie e di accesso al credito.

Stando ai dati al 31 dicembre 2022 dell’Osservatorio sulle società benefit istituito dalla Camera di commercio di Taranto, nel triennio tra il 2019 e il 2021, nonostante gli effetti della pandemia, il valore aggiunto globale delle società benefit è quasi quadruplicato e il loro risultato netto è cresciuto di circa 3 volte.

Inoltre, l’istituzionalizzazione del perseguimento di finalità di beneficio comune ben si attaglia ad un contesto in cui con l’EBA (European Banking Authority), con le Linee Guida sulla concessione e monitoraggio del credito pubblicate nel 2021, ha imposto alle banche la considerazione dei fattori di sostenibilità, i così detti ESG (Environmental, Social and Governance), nell’ambito degli elementi rilevanti ai fini della concessione di un prestito.

Non vi è dubbio che il settore pubblico, operando per il tramite delle società che erogano servizi di pubblica utilità (multiutilies), possa giocare un ruolo fondamentale nell’affermazione di un nuovo modo di fare business, basato sul bilanciamento fra profitto e impatto positivo su società e ambiente. Il modello delle società benefit pare che ben si coniughi a interpretare la naturale inclinazione delle società pubbliche ad operare anche come servizio alle persone, nell’ambito di un indissolubile vincolo di destinazione rispetto alle esigenze della comunità e del territorio.

 

Alessio Vianello – Aldo Veglianiti

Avvocati

Partners MDA Studio Legale e Tributario (Venezia-Padova-Treviso)

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