22 May 2015
A più di dieci anni dall’entrata in vigore del d.lgs. 231/2001 c’è da interrogarsi con obiettività in merito all’applicazione e alla reale presa di questa disciplina per le imprese, a fronte di un atteggiamento del legislatore che continua a manifestare la volontà di utilizzare questo strumento su “scala sempre più larga”, introducendo nuove fattispecie di reato meritevoli di attenzione dal punto di vista sociale ed economico.
Per fare chiarezza e approfondire il tema, è stato oroganizzato per venerdì 22 maggio alle 14.30 all’NH Mantegna di Padova (via Tommaseo 61) un seminario di studio dal titolo “Il Modello Organizzativo 231 e le procedure semplificate in materia di sicurezza del lavoro per le P.M.I. Aspetti giuridici, pratici ed applicativi”.
In questo senso è da ricordare l’introduzione dei “reati ambientali”, del “lavoro irregolare” e della “corruzione privata”, trattandosi di tematiche potenzialmente trasversali a tutti i settori produttivi, in aggiunta alla più risalente materia della sicurezza del lavoro. Resta infatti ancora scarsa la conoscenza da parte degli operatori degli elementi comuni d’interpretazione e di complessiva coerenza che l’applicazione della normativa ha da parte degli Uffici giudiziari, anch’essi peraltro connotati da un approccio al tema molto variegato sul territorio. Una prospettiva d’incertezza che appare rafforzarsi in considerazione della crisi che sta attraversando il mondo economico e che induce ad una generalizzata riduzione dei costi e degli investimenti da parte delle imprese.
La facoltatività dell’adeguamento al sistema “231” potrebbe infatti dissuadere soprattutto le piccole e medie imprese dall’adozione e dal mantenimento delle misure richieste dal Decreto, non essendo ad esempio prevista in loro favore una seria semplificazione del complesso apparato legato all’introduzione dei Modelli Organizzativi, se non attraverso il recente D.M. 13 febbraio 2014 che, proprio per le P.M.I., ha introdotto procedure semplificate per l’adozione dei modelli di organizzazione e di gestione riguardanti la sola sicurezza del lavoro, facendo insorgere però non poche perplessità tra gli interpreti.
Si tratta allora di capire se vi sia modo di trasformare il “Modello Organizzativo 231” (semplificato o no che sia) in un vero strumento gestionale in grado di assicurare all’impresa un efficiente sistema di controllo interno e di compliance, per mantenere e rafforzare la sua presenza sul mercato.