Bonus, stretta sui controlli «Il Fisco ha 8 anni di tempo»
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29 Luglio 2022

Bonus, stretta sui controlli «Il Fisco ha 8 anni di tempo»

di MDA
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Veneto seconda regione per impiego degli incentivi

TREVISO Superbonus 110%, fino a oggi i controlli sono stati blandi per la precisa intenzione del governo di non andare ad appesantire le già diffuse criticità economiche di famiglie e aziende collegate alla pandemia. Ma la tregua non durerà a lungo e le irregolarità commesse, in buona fede o meno, nell’applicazione degli incentivi e nella gestione dei crediti ceduti, potranno essere contestate da qui ai prossimi 8 anni. Chi ha la coscienza opaca, insomma, non potrà dormire serenamente per un bel po’.

A lanciare l’avviso è Andrea Codemo, tributarista trevigiano e consulente della Guardia di finanza, che fa presente l’articolazione delle scadenze per i diversi gradi di verifica. Un controllo formale, in sostanza, potrà essere effettuato da oggi al 2026, un accertamento ordinario fino al 2027 e un atto di recupero crediti è praticabile entro il 2030. Intanto, quello che si osserva è una platea di soggetti che si trovano a metà bonus, stretta sui controlli «Il Fisco ha 8 anni di tempo» Veneto seconda regione per impiego degli incentivi del guado, cioè aziende con in pancia masse importanti di crediti acquisiti attraverso lo sconto in fattura e che non possono essere monetizzati. Ma come si è arrivati a tutto questo? «La norma, istituita nell’estate del 2020 — ricorda Codemo — ha avuto nel tempo diversi aggiustamenti e chi sia partito con le regole della prima ora ha visto I mesi successivi trasformarsi In una corsa a ostacoli sempre più complicata. A questi si sono aggiunti interventi del legislatore resi necessari dagli usi impropri dello strumento che, assieme al Bonus facciate, ha movimentato grosse quantità di denaro. E il Veneto in Italia è la seconda regione per impiego di incentivi fiscali di questo tipo». La quota di operatori improvvisati, sorti dal nulla per partecipare al banchetto dei bonus, potrebbe poi non essere secondaria. Al punto che, pochi giorni fa, lo stesso presidente di Unioncamere Veneto, Mario Pozza, ha definito «abnorme» la crescita del numero di aziende delle costruzioni entrate nei registri camerali della regione, nel Trevigiano con tutta evidenza «superiore alla capacità produttiva del territorio». La natura del provvedimento, capovolgendo la trafila normale degli interventi edilizi subordinati ad autorizzazioni e concessioni preventive, per adottare quella del controllo a posteriori, in un primo tempo, insomma, è stata «lascia fare». E l’avere ottenuto per casa propria il desiderato isolamento termico a costo quasi zero può apparire un segnale di missione compiuta. Ma così non è, perché se l’impresa affidataria non avrà operato con trasparenza sarà sul committente che ricadranno le responsabilità di un credito fiscale ceduto indebitamente. Cosa si rischia? Codemo è chiaro: «Doverlo versare interamente con sanzioni che vanno dal 30% al mosó. Certo, poi l’interessato potrà rivalersi sull’impresa infedele ma sappiamo bene cosa significhi, per tempi e costi, una causa civile in Italia». E l’aver posto anche in capo alle banche doveri di verifica sui clienti ha provocato l’effetto denunciato da più parti: gli istituti accettano a fatica crediti fiscali e le aziende che ne hanno in portafoglio faticano a monetizzarli.

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